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Il 20 novembre, subito dopo aver brillantemente vinto con il GM svedese Berg, Fabiano Caruana è stato fra gli ospiti di una delle consuete conferenze stampa olimpiche condotte da Susan Polgar. Il sedicenne campione italiano ha risposto alle domande della padrona di casa e a quelle dei giornalisti. Ecco, tradotto e in sintesi, quanto detto da Fabiano durante l’incontro con la stampa. Cliccando sul video, invece, è possibile visionare e ascoltare nella sua interezza (in lingua inglese) la parte di conferenza stampa di cui Fabiano è stato protagonista.

Nel tuo ruolino di marcia, finora (fino al 7° turno, ndr), c’è solo una patta. Mica male, no?

Beh, di solito però è meglio non perdere. Meglio due patte che due sconfitte.

Sì, ma hai anche ottenuto delle vittorie importanti, contro il leggendario GM Viktor Korchnoi e anche con altri grandi campioni, come Mickey Adams. Cosa hai fatto oggi?

Oggi ho vinto, ho battuto Emanuel Berg, grande maestro svedese. Per me è un buon torneo, ho giocato qualche buona partita, anche quella di oggi è stata bella. Però ho perso nei primi due turni, risultato negativo soprattutto nel secondo, e anche la patta con il Bianco contro un 2369, come Watu Kobese, è una cosa che non mi capitava da molto tempo.

Passiamo per un attimo a un altro argomento. Adesso hai sedici anni e ricordo che hai giocato il tuo primo torneo importante nel mio circolo di scacchi a New York. Da allora hai fatto molta strada, il tuo ELO ha superato i 2600, ti sei affermato e hai avuto diversi ingaggi. Sei cresciuto a Brooklyn, poi due anni fa hai fatto il grande passo, ti sei trasferito in Europa, hai cambiato nazione e invece di giocare per gli Stati Uniti, dove sei nato, ora rappresenti l’Italia: parlaci dei motivi che ti hanno spinto a prendere questa decisione e se ne sei felice.

Come sai, restare negli Stati Uniti rendeva difficile giocare, perché la maggior parte dei tornei si svolgono in Europa. Se vivi negli Stati Uniti e vuoi giocare è piuttosto complicato, continui a fare avanti e indietro e il tempo è molto importate: se vuoi diventare un professionista è molto meglio restare in Europa. Poi, visto che le mie radici sono in Italia, abbiamo deciso di trasferirci in Europa.
Ma adesso non vivi in Italia, vivi in Ungheria!

Sì, viviamo in Ungheria. Per due anni siamo stati in Spagna, ma poi di recente ho cominciato a lavorare con Chernin, che ora è anche l’allenatore della squadra italiana.

Adesso hai sedici anni: dedichi molto tempo agli scacchi o vai anche a scuola? Hai dei piani per la tua educazione o sei totalmente concentrato sul gioco?

Sì, sono concentrato al cento per cento sugli scacchi. Magari quando sarò più grande riprenderò gli studi, ma per il momento è su questo che mi sono focalizzato, non ho molto tempo di dedicarmi ad altro.

Quanto tempo dedichi al giorno agli scacchi?

Quasi tutto il mio tempo.

Chi vincerà secondo te le Olimpiadi?

Non saprei… Russia naturalmente, ma anche la Germania.

Ma se dovessi fare una scommessa adesso, secondo te chi vincerà le Olimpiadi?

Allora la Russia nell’Open e la Cina nel femminile.

Cosa avresti fatto se non fossi diventato uno scacchista professionista?

Nei miei sogni mi sarebbe piaciuto essere una specie di James Bond. Nella vita reale, se non avessi giocato a scacchi… beh, mio padre è un ingegnere informatico, forse lo sarei diventato anch’io. Ma non lo so: io gioco a scacchi.

Source: http://www.messaggeroscacchi.it/

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